Natale: tutto il mondo è Betlemme.
Nei vicoli del centro storico, illuminati dalla luce delle fiaccole, le case, i supportici, i fondachi e i piccoli cortili divengono il palcoscenico naturale per rappresentare il più noto e sacro evento della cristianità.
La piccola cittadina giordana viene ricostruita nei minimi particolari e in essa tornano in vita gli antichi mestieri, si riodono le voci dei lavoranti e il suono degli attrezzi nelle botteghe del fabbro, del falegname, del vasaio; si sente nell'aria l'odore del pane appena cotto dal fornaio. Rivive il passato e a farlo rivivere sono circa 300 figuranti, uomini, donne, bambini, che popolano il mercato, riempiono la sinagoga, si stipano nelle locande. Sono mercanti, artigiani, pescivendoli, mendicanti, pastori che accudiscono i propri animali, li mungono e con il latte preparano gustosi e freschi formaggi, o lo offrono alle donne che lo impastano con il riso e le spezie preparando un dolce prelibato e benaugurante che diviene l'omaggio della comunità per l'avvento e per tutti un messaggio di prosperità e di benessere.
Una messa in scena di grande suggestione, che vuole accostarsi al vero e riutilizza gli edifici monumentali (il castello, la chiesa del Beato Stefano, il magazzeno) per le sedi della corte di Erode, del Tempio, del Censimento. Parti integranti di un concentrico percorso nel bordo a ritroso nel tempo fatto di fascino, prodigio e mistero che ha nella grotta della natività il centro e la sua giubilare conclusione. Riccia è Betlemme.