Sindaco e consigliere comunale
La sua posizione economica e la sua forte personalità lo portano a diventare nel suo paese un personaggio di grande rilievo soprattutto nell’ambito politico, tanto da essere eletto, agli inizi del 1900, sindaco e Consigliere provinciale.
Giuseppe Moffa
Giuseppe Moffa nasce a Riccia nel 1872 da Antonio e Filomena Moffa. Inizialmente intraprende gli studi classici che poi lascia per iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza di Napoli dove si laurea giovanissimo all’età di ventidue anni. Nonostante il suo forte interesse per la materia giuridica non si dedica all’attività forense perché troppo impegnato ad occuparsi degli ingenti beni familiari.
La sua posizione economica e la sua forte personalità lo portano a diventare nel suo paese un personaggio di grande rilievo soprattutto nell’ambito politico, tanto da essere eletto, agli inizi del 1900, sindaco e Consigliere provinciale. La sua nomina a sindaco non è però tra le più fortunate perché alterata non solo da problemi economici, ma anche dai continui scontri e disaccordi con il sindaco uscente Di Tempora.
L’impegno politico del Moffa si estende, come detto, anche all’interno del Consiglio provinciale, e non solo, perché egli ottiene la nomina di revisore dei conti e ricopre, fino al 1913, cariche in seno a diverse commissioni. Alla fine di questo anno, problemi di salute della moglie lo costringono a trasferirsi a Napoli dove resta per dieci anni e dove gli viene conferito il titolo di Commendatore della corona d’Italia. Intanto non perde i contatti con il suo paese natale, iscrivendosi anche al Partito Nazionale Fascista ma cercando di tenersi lontano da cariche amministrative. Tuttavia alla fine del conflitto mondiale il Moffa nel febbraio del 1945 venne nuovamente eletto primo cittadino restando in carica fino al marzo del 1946 quando durante le elezioni amministrative divenne consigliere confermando la sua permanenza nel Partito Liberale Monarchico.
Purtroppo degli ultimi anni della sua vita non si hanno molte notizie, certo è che dopo la morte della prima moglie si risposò con la nobildonna Maria Puoti e sempre costante fu il suo impegno per la vita istituzionale di Riccia. Non vanno inoltre dimenticate le sue notevoli doti di artista e compositore; celebre è la sua creazione “A Ricce” recante versi di Michele Cima, nonché altri titoli importanti come “Tarantella campagnola”, “A Primavere” e “Nun susperà” tutti degni di nota e tutti segni di una personalità fortemente versatile.